Proteste contro il caro-benzina in Kazakistan. Il presidente dichiara lo stato di emergenza.
ROMA – Proteste contro il caro-benzina in Kazakistan. L’aumento dei prezzi ormai si sta registrando da diverso tempo e per questo motivo le persone sono scese in piazza per manifestare il proprio dissenso contro questa crescita che ormai dura da diverso tempo.
Manifestazioni che, come riferito da molti media, hanno portato a violenze e scontri con le forze dell’ordine. La situazione continua ad essere molto critica tanto che il presidente è stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza. Ma nei prossimi giorni non si esclude la richiesta di aiuto per cercare di contenere queste proteste.
I motivi della protesta
Il motivo di questa protesta è il caro-benzina che ormai da tempo si è registrato in Kazakistan. Il presidente nei giorni scorsi ha annunciato anche un passo indietro sullo stop ai sussidi per cercare di fermare le proteste, ma le manifestazioni sono continuate e da qui la decisione di dichiarare lo stato di emergenza.
Si tratta di una protesta che rischia di continuare per giorni. I dimostranti hanno bloccato l’aeroporto, incendiato diverse vetture e tentato di entrare nei palazzi governativi. Al momento la situazione non è assolutamente sotto controllo e per questo motivo sembra essere difficile un ritorno alla normalità nelle prossime ore.
La discussione politica
Su queste proteste è in corso anche un dibattito politico. La Russia ha accusato gli Stati Uniti di essere dietro a queste proteste, ma da parte di Washington è arrivata subito la smentita su qualsiasi coinvolgimento della rivolta che ormai da giorni tiene banco in Kazakistan.
Si tratta di una vicenda che in futuro potrebbe essere affrontata anche dagli altri Paesi Ue. L’obiettivo è quello di fermare il prima possibile le proteste per far ritornare la situazione alla normalità. E presto ci potrebbero essere importanti novità.